I segreti di Osage County di John Wells: la recensione

loc_i-segreti-di-osage-countyParenti serpenti di Wells in salsa sudista

Riunione di famiglia dall’impianto solido e ben strutturato, I segreti di Osage County è un continuo fluire di parole. Un fiume in piena che mette in risalto un cast eccezionale.

Osage County, Oklahoma. Una mattina il poeta Beverly lascia la sua casa e la moglie Violet. La notizia fa catapultare le figlie (Barbara, Ivy e Karen) a Osage County. Tuttavia non sarà una piacevole e distesa riunione di famiglia.

Tratto dalla pièce di Tracy Letts, l’ultimo film diretto da John Wells svela segreti e scardina rapporti familiari. E tutto ciò viene reso in immagini alla perfezione da un cast eccellente, che mette in fila Meryl Streep, anziana madre con un tumore alla lingua e schiava delle pasticche, Julia Roberts, figlia infelice e impantanata in una dolorosa separazione dal marito Ewan McGregor, e Juliette Nicholson, la figlia che pare priva di ambizioni e di un uomo. Inoltre appaiono Juliette Lewis, figlia che colleziona fidanzati sbagliati, Margo Martindale, zia dal comportamento esuberante, che non nutre il benché minimo orgoglio per il figlio Benedict Cumberbatch, e Chris Cooper, zio buono e dalla pazienza interminabile. A tutto ciò, naturalmente, va aggiunta l’interpretazione di Sam Shepard, il poeta/capofamiglia alcolizzato, di cui tutti nutrono un profondo rispetto. Wells riesce nell’intento (non facile) di riunire tutti questi attori sotto lo stesso tetto e di costruirci intorno una vicenda credibile, inzuppata di parole, di drammaticità e amara ironia.

Certamente grande aiuto arriva da uno script teatrale, che condensa le immagini evocative delle Grandi Pianure dell’Oklahoma e gli scheletri nell’armadio di una famiglia, che si punzecchia e che si trova profondamente in crisi e senza una guida in grado di condurla sapientemente. E mentre il dramma fa spazio a una comicità nera senza via d’uscita, lo spettatore viene rapito da Meryl Streep, dalla sua capacità di stupire (nuovamente, alla veneranda età di 64 anni) in una caratterizzazione viscerale, personale e profondamente complessa (Violent è un personaggio ambiguo, che si tramuta rapidamente da vittima a carnefice, da donna tenera a carica di rancore). Un’interpretazione che non cela l’età che avanza, evitando di nascondersi dietro a troppo cerone, e che dimostra tutta la sua bravura scimmiottando i comprimari, con lingua tagliente e talento da vendere. Difatti l’impressione è che ormai la Streep si possa prendere la libertà di fare qualsiasi cosa, ma questo in I segreti di Osage County non viene visto in modo negativo. La professionalità dell’attrice del New Jersey dimostra, ancora una volta, la sua capacità di scegliere copioni e personaggi e farli profondamente suoi, evitando il macchiettismo e i fronzoli privi di necessità. A ruota la segue Julia Roberts, che torna al cinema in un ruolo profondamente drammatico, teso (come una corda di violino) ed empatico, che gli ha portato la, meritata, nomination all’ambita statuetta.

Ritmato, mai banale e specchio di una provincia americana torrida e gonfia di segreti indicibili, I segreti di Osage County fluisce in modo convincente in direzione di una conclusione che non ricerca il guizzo consolatorio, ma che esibisce disperazione e solitudine. Un trattato familiare dalle tinte dark, che mette in moto la frantumazione di rapporti esili, sottili, pronti a disintegrarsi al primo, lieve, scossone.

Uscita al cinema: 30 gennaio 2014

Voto: ****

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