I tre moschettieri di Paul W. S. Anderson: la recensione

D’Artagnan vuole tanto…

Fumetto steampunk, I tre moschettieri (The Three Musketeers, 2011) ricalca Sherlock Holmes (2009), ma il risultato è sicuramente meno godibile. Athos, Porthos e Aramis e un ragazzo di Guascogna (D’Artagnan) si lanciano in una missione suicida per difendere il Re dagli intrighi del cardinale Richelieu.

Il regista Paul W.S. Anderson stravolge la trama originale del romanzo di Dumas, attualizza i protagonisti e cerca di realizzare uno spettacolo travolgente e avveniristico. In parte ci riesce perché I tre moschettieri è spettacolare, ma si perde definitivamente nel momento in cui la pellicola si piega eccessivamente all’ostentazione dell’ingegneria meccanica e degli effetti speciali. Esplosioni e navi volanti prendono possesso della sceneggiatura e non permettono agli attori di esprimersi al meglio. Difatti, soprattutto l’abbonato al costume Bloom, l’atletica Jovovich, il pettinato Waltz e l’eroe “mitologico” Lerman, appaiono svogliati e insufficientemente calati nei personaggi.

La storia non decolla in modo convincente e seguendo la scia di Holmes non riesce a recuperarne l’ironia fondamentale e accattivante. Purtroppo si sorride meno e si ride per ben altro: come ad esempio la sequenza in cui Milla Jovovich salta in slow motion (Matrix(1999)?), sospesa nel nulla, eseguendo un carpiato da medaglia d’oro, oppure la scena in cui l’intero ufficio di Buckingham viene distrutto e il personaggio si salva miracolosamente, nascondendosi dietro ad una scrivania neanche troppo robusta. Certo l’ultima sequenza raccontata è funzionale per un possibile seguito e per lo sviluppo della vicenda, ma risulta palesemente impossibile.

Per quanto riguarda la scenografia l’interesse è quello di rimanere il meno anacronistici possibile, puntando su un modello rinascimentale abbastanza convenzionale. I tre moschettieri si trasforma facilmente in fumetto e la fotografia luminosa e cangiante ne è la conferma, peccato che la sceneggiatura scritta da Andrew Davies sia mediocre e lasci eccessivamente spazio a uno spettacolo pirotecnico fine a se stesso.

La pellicola si pone come obiettivo il raggiungimento dello stesso successo di Sherlock Holmes, peccato che il modello, riuscito, di commistione tecno-storica rimanga all’orizzonte, un orizzonte molto lontano.

Uscita al cinema: 14 ottobre 2011

Voto: **

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